In questo particolare momento storico siamo letteralmente invasi da ads, newsletter e post che ci propongono tutta una serie di interventi formativi online, da seguire su piattaforme web comodamente da casa propria.

Erogare formazione in questa modalità è diventata una necessità data l’impossibilità di formare un’aula in presenza, un assembramento di persone sedute insieme che assistono ad una lezione.

La formazione online non è un male, esisteva anche prima ed è sempre stata estremamente utile e di supporto specie per chi aveva voglia di imparare ma viveva con i minuti contati. La formazione online è un male solo se fatta male. E purtroppo, spesso, è fatta male.

Canali comunicativi differenti presuppongono modi e tempi differenti di comunicare la stessa informazione. Se un corso è stato progettato per l’aula la stessa progettazione non andrà bene per un webinar sullo stesso argomento. Ed è esattamente qui che si vede la differenza fra chi è un formatore e chi semplicemente non lo è e non lo sa fare.

Ecco quindi i 5 punti chiave per la corretta progettazione di interventi formativi online.

1. Analisi della popolazione target

La formazione, in presenza o online, è sempre rivolta a qualcun altro, che sia 1 persona o 100. Quando di creano corsi online non commissionati ad hoc, l’analisi dei bisogni formativi dei destinatari è ovviamente molto diversa da quella che si fa in azienda. Il problema è che molti la eliminano del tutto dal processo di strutturazione del corso.

Una minima analisi dei bisogni del target di riferimento è sempre necessaria prima di iniziare la progettazione. A volte basta fare una ricerca dei termini più cercati o andarsi a leggere le recensioni di altri corsi per capire se e quanto hanno soddisfatto chi li ha acquistati.

Se poi si hai modo di partecipare a dei corsi simili ai propri o che interessano il proprio target, è bene porre attenzione agli interventi, le domande e i commenti degli altri partecipanti perché possono rivelare bisogni non considerati. La domanda chiave è: “Di quali informazioni ha bisogno quello specifico segmento di clientela target?”

2. Definizione degli obiettivi

Un corso senza obiettivi chiari non sarà mai un buon corso. E non avete idea di quanti ne abbiamo visti! Definire in modo preciso, chiaro e pratico gli obiettivi è fondamentale anche per decidere che taglio dare al corso, ovvero quali saranno i contenuti e come presentarli.

Gli obiettivi non sono i contenuti! Se sto progettando un corso di comunicazione base, “conoscere e analizzare i diversi stili comunicativi” NON è un obiettivo. L’obiettivo sarà “imparare a modulare il proprio stile comunicativo in base all’interlocutore”, ad esempio.

Il corso e le informazioni fornite sono un mezzo per raggiungere un fine, non il fine stesso. Gli obiettivi si definiscono sempre con almeno un verbo (all’infinito) e un complemento, perché rappresentano un’azione che i destinatari saranno in grado di svolgere dopo aver seguito il corso, una modifica concreta e operativa del loro modo di pensare e/o di agire.

La domanda chiave è: “Perché quel target ha bisogno di tali informazioni? Cosa ci devono fare? Cosa vogliono ottenere?”

La corretta definizione degli obiettivi ha anche un potente effetto comunicativo: le persone sapranno già cosa impareranno e questo farà sì che si iscrivano solo se davvero interessate e motivate.

In più, comunicare obiettivi chiari evita di deludere le aspettative dei partecipanti. Se non so bene di cosa si parlerà, proietterò i miei bisogni in maniera totalmente arbitraria e la mancata soddisfazione degli stessi mi porterà ad una valutazione negativa del corso.

3. Non dare nulla per scontato

Nella formazione in aula, l’interazione con i partecipanti consente di capire rapidamente il loro livello di preparazione e quindi se è necessario approfondire alcuni concetti o, al contrario, se si possono saltare e andare oltre perché già conosciuti.

Nei webinar live, lo scambio interattivo diretto è ovviamente minimo e diventa del tutto assente nel corsi in modalità e-learning con video lezioni. È quindi importante non dare per scontato che chi segue il corso abbia già alcune informazioni. Confondere lo studente con informazioni mancanti o poco chiare rischia di fargli perdere la motivazione a proseguire o a partecipare ad altri corsi e, soprattutto, gli lascerà un ricordo negativo dell’esperienza formativa, con conseguente valutazione e passaparola negativi.

La domanda chiave è: “Quali informazioni base è necessario che gli studenti abbiano per comprendere correttamente tutti i concetti?” Prevedi quindi anche solo pochi minuti di approfondimento, ma non lasciare niente di inspiegato.

4. Interazione sì o no?

L’erogazione di webinar live richiede ovviamente un software o una piattaforma online che metta in collegamento docente e partecipanti. Alcuni vedono lo strumento tecnologico come un fattore di distrazione o un ostacolo all’apprendimento.

Altri invece lo vedono come un mezzo per far interagire i partecipanti in modo attivo (chat, sondaggi, digitazione di testi, possibilità di disegnare su fogli virtuali, ecc.), convinti che senza interazione non possa esserci apprendimento.

In realtà, è stato dimostrato (vedi lo studio Adams, Mayer, MacNamara, Koenig e Wainess) che una elevata richiesta di interazione con le diverse funzioni digitali riduce la quantità di informazioni acquisite. Quindi, a meno che non sia necessario far fare azioni ai partecipanti, meglio evitare.

Per quanto riguarda le video lezioni, diventa ancora più importante costruire del materiale visivo (slide) semplice e chiaro che favorisca la trasmissione e la comprensione delle informazioni, senza distrarre dalle parole del docente.

5. Progettazione, progettazione, progettazione!

Sinceramente siamo stanchi in questo periodo di seguire fantomatici webinar live che non hanno né capo né coda. Senza una progettazione, anche a grandi linee, del discorso che si vuole fare, della famosa scaletta di argomenti da seguire, il webinar non sarà mai un successo!

Abbiamo assistito a webinar dal titolo interessante nei quali poi si parlava di tutt’altro (evitate di mettere titoli come specchietti per le allodole perché la gente non è stupida!), webinar nei quali il sedicente formatore ha iniziato a parlare di non si capiva quale argomento per poi perdersi in digressioni infinite, webinar di un’ora in cui si pretendeva di affrontare uno spettro enorme di argomenti, spesso non relazionati tra loro.

Basta! Imparate a progettare!

Prevedete almeno un ordine degli argomenti per non perdere il filo e per raggiungere gli obiettivi prefissati (e comunicati ai partecipanti).

Se il webinar prevede delle slide, è bene progettare un vero e proprio storyboard, ovvero che cosa si dirà in corrispondenza di ciascuna slide. È sempre bene ricordare che le slide sono di supporto al discorso del docente e non devono essere lette come un libro. Se tu e la tua slide dite la stessa cosa, uno dei due è di troppo! In più, le persone si concentrano a leggere la slide e non seguono più quello che viene detto a voce.

Una buona progettazione prevede anche la pianificazione dei tempi. Per quanti minuti si parlerà di quell’argomento? Per quanti minuti si resterà su quella slide?

La pianificazione e il rispetto dei tempi non sono facili per un formatore non esperto, figuriamoci per chi si spaccia per tale.

Non dobbiamo mai dimenticarci che quando qualcuno acquista un nostro corso ci sta regalando le due cose più preziose che possiede: la sua fiducia e il suo tempo. Offrire contenuti di qualità non incide solo sulla percezione della bravura del formatore ma è un fattore che contribuisce a fidelizzare gli utenti offrendo loro un’“esperienza formativa” a 360° e non un semplice elenco di informazioni declamate l’una di seguito all’altra.

Hai bisogno di una consulenza per la progettazione di corsi online? Contattaci, siamo qui per te!