Sentir parlare di Formazione Aziendale ci catapulta subito nel mondo delle società per azioni: grandi palazzi a vetri con più di 20 piani, manager con uno stipendio da capogiro che programmano corsi di aggiornamento per futuri imprenditori dal fatturato a 6 zeri.
Questa immagine (anche se è più corretto chiamarla pregiudizio) è l’ostacolo più grande per la crescita delle piccole e medie imprese. Come potrebbe un piccolo ristorante a conduzione familiare avere le stesse necessità di una multinazionale? Come si può solo pensare di accostare la parola “business model” a un negozio di articoli sportivi?
È bene iniziare sin da subito a sfatare falsi miti: la formazione aziendale è una necessità per TUTTI i tipi di aziende.
Gestione del personale, organizzazione del lavoro, cura del cliente, pubblicità, amministrazione del budget sono esigenze di TUTTE le aziende. Non esiste distinzione tra PMI e multinazionale quando si tratta di gestione d’impresa. Ci saranno problematiche di entità e dimensioni diverse e diversi modi e mezzi per risolvere e gestirle ma alla base di tutto c’è una cultura d’impresa che deve essere assimilata e condivisa.
I Benefici della formazione aziendale
La domanda che spesso ci viene posta è: Sì ma a cosa serve? Iniziamo col dire che quando si parla di formazione aziendale intendiamo sia la formazione rivolta ai titolari di PMI sia la formazione erogata ai suoi dipendenti. In entrambi i casi i benefici si riscontrano nell’organizzazione del lavoro e nell’engagement dei collaboratori. Vediamo come.
Formazione titolare PMI
Un altro mito da sfatare è che la formazione sia rivolta solo ai dipendenti di aziende o a professionisti che vogliono accrescere le loro competenze. Niente di più sbagliato. La formazione aziendale è rivolta anche (ci verrebbe da dire soprattutto!) ai titolari. Dai titolari di PMI parte il piano strategico e la forma organizzativa di un’impresa: il loro modus operandi influenzerà tutto il resto, dunque è bene partire con il piede giusto.
Il numero delle imprese italiane cresce. Ce ne dà conferma un report pubblicato dall’ISTAT datato 27 luglio 2018. Il tasso di natalità, nei 5 anni presi in esame, 2011-2016, corrisponde al 7,7%.
In questo quadro statistico ciò che più preoccupa è il quasi totale bilanciamento tra natalità (3,8%) e mortalità (3,9%) delle neonate imprese. Per 3 che aprono 2,8 chiudono.
Senza contare il fatto che la maggior parte delle srl(s) neonate sono imprese individuali e, di conseguenza, molto poco determinanti in termini di occupazione e produzione.
Che cosa significa tutto questo? Dobbiamo innanzitutto chiederci per quale motivo le aziende chiudono. Circa il 70% dei fallimenti è dovuto a problemi finanziari: mancanza di liquidità, insolvenza o problemi di accesso al credito. Tuttavia i problemi finanziari sono il sintomo non la malattia. Se da una parte rappresentano ciò che determina il fallimento dall’altra non spiegano cosa ha portato al fallimento. In sostanza: come si è arrivati a questo punto?
Imprenditori si diventa
Durante un’intervista Susan Solovic (esperta di PMI e membro attivo di molti consigli di direzione di scuole di business universitarie come Harvard e St.Louis) rintraccia nella mancanza di formazione la principale causa di fallimento di un’impresa. Per avviare un’azienda, per farla crescere e imporsi sul mercato esistono delle regole comuni, degli step imprescindibili che ogni imprenditore deve mettere in conto. La passione per il proprio lavoro e la competenza nell’ambito di azione, da sole non sono sufficienti a garantire il successo di un’azienda.
Una scuola di impresa è necessaria
Un obiettivo senza un piano è solo un desiderio
Antoine de Saint-Exupéry
Non basta avviare un’azienda per essere imprenditori e i dati statistici appena esposti lo confermano. La mancanza di formazione da parte dei titolari si riscontra principalmente nella gestione dell’azienda e del team di lavoro. Ognuno sogna di mettersi in proprio e di far decollare la propria azienda ma quasi nessuno mette in atto un’adeguata pianificazione strategica per raggiungere l’obiettivo. La stragrande maggioranza dei titolari di un’azienda, infatti, non si pone degli obiettivi a medio, breve e lungo termine lasciando la vita della società in balia degli eventi estemporanei.
Formazione del personale
Un altro grande errore commesso dagli imprenditori, anch’esso dettato principalmente da errati pregiudizi, risiede nella convinzione che formare i propri dipendenti sia un investimento a fondo perduto.
Uno studio pubblicato dall’International Journal of Academic Research in Business and Social Sciences, evidenzia una tendenza diametralmente opposta. Secondo i dati raccolti risulta che le aziende che investono nella formazione dei propri dipendenti hanno una maggiore redditività. Il motivo è presto detto: il coinvolgimento emotivo dei collaboratori aumenta la fedeltà all’azienda e di conseguenza stimola la produttività.
Collaboratori adeguatamente formati, inoltre, riducono il tournover in azienda cosa che, in termini economici grava sul buget. Il tempo speso a formare una risorsa da zero comporta un periodo in cui la risorsa stessa non produrrà a pieno regime.
Come costruire un programma di formazione aziendale
La formazione aziendale è un potente alleato delle PMI, non solo in fase di avvio ma anche in ottica di crescita e incremento della propria attività.
Per creare un programma di formazione ad hoc occorre seguire 4 step fondamentali:
- Definizione dell’obiettivo aziendale: capire cioè cosa si vuole ottenere e in quanto tempo.
- Definizione delle competenze: capire di quali competenze necessita l’azienda per raggiungere gli obiettivi stabiliti
- Valutazione delle competenze: in questa fase si analizza il divario fra il livello di competenze attualmente possedute all’interno dell’azienda e quelle che devono essere acquisite per il raggiungimento degli obiettivi
- Definizione delle priorità: a seguito della valutazione delle competenze si definiscono delle priorità formative e cioè stabilire quali competenze devono essere acquisite nell’immediato per raggiungere gli scopi aziendali.
Un buon programma di formazione è pianificato nei minimi dettagli e segue non solo le esigenze dell’azienda ma anche e soprattutto le attitudini personali dei singoli dipendenti per stimolarli nell’apprendimento e innescare un rapporto win-win titolare/dipendente.
I trend della formazione 2019
Se sei un titolare di PMI ti sarà utile sapere che secondo un’indagine condotta dalla Deloitte, l’acquisizione delle soft skills è considerata una priorità dal 90% dei dipendenti intervistati. Questo significa che investire sul miglioramento personale è un fattore motivazionale che le persone tendono a considerare intrinsecamente connesso al proprio percorso professionale. L’intelligenza emotiva, la negoziazione, la gestione delle obiezioni e la collaborazione sono tutte abilità trasversali che facilitano i rapporti di lavoro, stimolano la produttività e, in generale, favoriscono la comunicazione aziendale anche verso l’esterno.
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